martedì 16 aprile 2013

MEGLIO FUSI CHE COMMISSARIATI?


La legge costringerà all'unione dei servizi per i comuni sotto i 5.000 abitanti (se in Comunità montane 3.000 o 4 volte gli abitanti del paese più piccolo nel gruppo unito) e porterà i cittadini a perdere le proprie radici per risparmiare qualche soldo dal 1 gennaio 2014.

Vi è l’obbligo, infatti, di prendere provvedimenti in merito entro il 31 dicembre 2013 pena il commissariamento del comune. Soluzioni possibili sono l’unione dei servizi con convenzioni triennali o la unione con comuni limitrofi.

L’unione di comuni è una strada impercorribile per i micro comuni, in quanto richiede di accentrare le forze in una sola sede, spesso mal dislocata rispetto gli altri comuni uniti, e creare un organo superiore che porterebbe a nuovi costi anziché ridurli. Questa via però garantirebbe la conservazione delle origini, della rappresentanza sul territorio, dei rapporti di fiducia tipici delle piccole comunità.

La proposta di fusione di comuni è interessante a livello economico, non è impossibile da percorrere se ci si fonde con un paese già organizzato e a cui poco influirebbe l’aumento di abitanti (che comunque portano con sé un carico di contributi non indifferente fra IMU e tasse varie). Certo diventare una frazione di un comune limitrofo, in cui già erano confluite altre frazioni in precedenza, senza poter mantenere nemmeno il nome non è semplice da far digerire agli abitanti. Vi sono però delle garanzie, come i servizi scolastici,il trasporto, la raccolta rifiuti e un rappresentante fisso sul territorio (prosindaco), che verranno messe sul tavolo dal comune capofila per dare una accoglienza edulcorata ai nuovi cittadini.

Soluzione alternativa è fare gli attendisti, non anticipare nessuna soluzione e attendere, appunto, la scadenza. Al primo gennaio 2014 il comune inferiore ai 5.000 abitanti (3.000 se in Comunità montana) sarà commissariato e con la forza di legge unito a un paese limitrofo, secondo la discrezione del commissario (persona esterna e che non conosce le problematiche del territorio). Il comune potrebbe quindi trovarsi unito a un paese limitrofo che, però, potrebbe risultare più scomodo o più impreparato, e magari anche meno virtuoso economicamente (dovendo quindi accollarsi i debiti del comune unito).

Il bivio dunque è scegliere ora il comune a cui unirsi e portare con sé un minimo di potere contrattuale per ottenere i servizi aggiuntivi di cui sopra si accenna, o attendere che un commissario decida per il comune col rischio di finire uniti a comuni scomodi e impreparati ad accogliere nuovi abitanti?

Un referendum consultivo (dunque senza valore decisionale) verrà sottoposto ai cittadini prima della fine del 2013 per consentire la scelta del proprio futuro.

Questo è il riassunto di una serata di metà aprile passata a discutere con i concittadini riuniti nella sala teatro dell’oratorio (è la sala più grande a disposizione nei micro comuni). Ritengo sia stato positivo da parte del Sindaco informare la popolazione prima di decidere per loro, cosa a cui non era tenuto, speriamo che ora ci siano spazi di ascolto per accogliere tutte le rimostranze dei cittadini che sinceramente non erano molto convinti a rassegnarsi all'obbligo di legge.

Hasta Siempre

The Boss

Alcune fonti in merito:

Nessun commento:

Posta un commento