venerdì 8 maggio 2015

PERBENISTI CYBERBULLI

Coglione!
Così anche io gliel'ho detto, perché non approvo le parole di quel pischello no expo. Ma adesso pensiamo davvero a questo disgraziato, un pischello che si è trovato in mezzo a una cosa più grande di lui e ha scatenato una raffica di insulti da tutta Italia. Proprio tutta non è vero, ho letto anche qualcuno che difendeva le sue idee, ma sinceramente non voglio entrare nel merito. Io voglio valutarlo come ragazzo, fragile, senza esperienze e che si è trovato ad essere bersagliato da chiunque per una serie di frasi fatte che chissà da chi avrà sentito. Se questo domani dovesse commettere un gesto inconsulto perché non regge questa immensa pressione diremo grazie a chi?
Mi rivedo qualche anno fa quando anche io andavo alle manifestazioni, quando le manifestazioni non erano così violente, ma i termini usati erano simili. Quando ascoltavo i Punkreas ed ero fiero di urlare contro ogni forma di dittatura, disonorare lo Stato e bruciare la bandiera. Poi uno cresce, capisce che sono frasi fatte e che non è quello il suo modo di pensare, c'è chi invece è rimasto fedele a quegli ideali, ma lo fa con coscienza, con cognizione di quello che dice e fa (vedi l'attacco informatico alla pagina di Salvini che gli autori definiscono un flashmob commentando "adesso fa ancora più ridere", solo perché lui non vi ha denunciati tutti fa ridere! Forse non sono così coscienti nemmeno loro delle gravità dei loro gesti...). Ricordo precisamente quelle manifestazioni a cui partecipavo alle superiori, quei concerti in cui mi sgolavo, ma ammetto che usavo slogan non parole pensate davvero. Tant'è che poi mi sono ritrovato su un palco a tirare un cazzotto a chi cantava "10, 100, 1000 Nassiriya" e a fianco a me c'era chi era fiero di inneggiare alla morte di qualcuno. Boh! Spero che fossero appunto slogan e non pensieri ragionati, altrimenti meriterebbero tutti di essere paragonati a chi in questi giorni ha messo a ferro e fuoco Milano per protestare. Non è questo il genere di protesta che definirei civile e corretta. Mi sembrava di vedere quei facinorosi che vanno allo stadio solo per distruggere e picchiare e non sanno nemmeno quanto fa la sua squadra del cuore.
Secondo me Mattia Sangermano si era fatto una canna di troppo, era lì con i suoi amichetti e si credeva un duro a fare certe dichiarazioni non capendo davvero il peso di quello che stava dicendo. E invece tutti addosso, nemmeno a un politico che dichiara di essere colpevole ricamano tutte queste parodie, nemmeno ai terroristi che mostrano i loro trofei in internet viene dedicato così tanto tempo e cura nella denigrazione. Mattia ha 21 anni ed è maturo, ma probabilmente la nostra società non ci lascia essere così indipendenti come una volta e la mentalità di un 21enne non è così differente da quella di un 17enne. Ripeto, non vorrei che non reggesse la pressione, perché non conosco molta gente pronta a sopportare questo linciaggio mediatico. Come se poi gli altri non avessero mai peccato, mi sembra davvero di vedere la rivincita dei cyberbulli.

Hasta siempre

The Boss

Nessun commento:

Posta un commento